Consigli fotografici insistenti: un grave errore per la visione e creatività del fotografo.
‘’Mi dici per filo e per segno, dalla A alla Z, come ti muovi e che tecniche utilizzi quando fotografi nei boschi?’’
Sembrerà surreale, ma qualche anno fa ho ricevuto questa richiesta nella mia posta elettronica. Spesso ricevo domande su consigli fotografici a cui, nel mio limite possibile, rispondo volentieri ed educatamente, ma esistono richieste che preferirei non ricevere.
Personalmente negli anni ho avuto modo di confrontarmi con tanti fotografi provenienti da ogni parte del globo e pensiero comune è, che pretendere troppi consigli (spesso abitualmente) sulla visione artistica e fotografica di un fotografo, significa appropriarsi delle sue idee e creatività e rendere propri i suoi stati d'animo: la fotografia di paesaggio (specialmente intimate landscape) è almeno per me espressione e proiezione della nostra vita. Non è per nulla errato lasciarsi ispirare da alcune fotografie (e non è detto debba accadere soltanto agli esordi), non è sbagliato chiedere consigli, inoltre parlare di fotografia aumenta i nostri orizzonti culturali e creativi, ma è poco tollerabile abusare di richieste e consigli che mirano a clonare creatività e sensibilità:
''mi puoi dire come devo posizionare lente e treppiedi per fare una foto simile? devi darmi consigli sulla fotografia dei boschi, sulla post produzione, sulla composizione'' Per creare una visione personale fotografica possiamo impiegare anni, ma la società odierna che corre a ritmi accelerati e la mania dei like e di consensi social (che hanno preso il sopravvento nelle nostre vite), scatena la voglia di accelerare i tempi per la creazione impaziente di un proprio stile ed una propria visione fotografica nel breve termine possibile, costi quel che costi, anche facendo proprie le visioni altrui. La fotografia, come ho anche scritto qui, è un mezzo di espressione potente con cui descrivere i propri sentimenti e le proprie emozioni, nel caso del fotografo di paesaggio, attraverso la natura in continuo mutamento.
Immagino il mio portfolio fotografico come il libro della mia vita in cui descrivo i miei segreti più profondi, i miei pensieri e le mie intenzioni in immagini fotografiche criptate; se si fanno proprie le visioni altrui, nonostante il raggiungimento dei consensi sperati, la nostra fotografia sarà impersonale e non darà alcun contributo al mondo fotografico.
Non bisogna aver fretta, il tempo crea esperienze e crea occasioni nella vita ed anche nella mente dei creativi; lasciarsi trasportare dalla propria ispirazione, sfruttando la fotografia come mezzo d'espressione, è il miglior consiglio che io possa dare.
